Nel centenario della nascita di Algirdas Greimas (2017) e a poco più di un anno dalla scomparsa di Umberto Eco (2016), Patrizia Violi propone una riflessione che va oltre la semplice commemorazione: “ripensare al lavoro di quelle che indubbiamente sono state le due più importanti figure della semiotica contemporanea”. Dopo la generazione dei padri fondatori, Greimas ed Eco costituiscono – scrive Violi – “i punti di riferimento imprescindibili della nostra ricerca”.
Sebbene la “vulgata”, ripresa in molti manuali, opponga in maniera netta la semiotica generativa, fondata da Greimas e di impronta strutturalista, e la semiotica interpretativa di Eco, di ascendenza peirciana, questa contrapposizione appare a una lettura più attenta riduttiva e semplificante.
Violi ammette la propria responsabilità nella diffusione di questa distinzione, nata in occasione di un seminario su Sylvie di Gérard de Nerval presso l’Università di Bologna e poi formalizzata nell’introduzione al numero 31-32 di VS. Quaderni di studi semiotici, pubblicato nel 1982. Il testo di Nerval, con il suo “effetto nebbia” e la difficile determinazione degli eventi narrati, si prestava a essere analizzato tanto con strumenti greimasiani quanto con modelli interpretativi. Proprio per dare conto di queste due letture, Violi parlò allora per la prima volta di “semiotica generativa” e “semiotica interpretativa”.
A distanza di anni, Violi riconosce che questa distinzione “non è propriamente falsa, ma certamente riduttiva”, e invita a rileggerla in un’ottica più approfondita. L’obiettivo è ora mettere in luce, oltre alle differenze, la matrice epistemologica comune che accomuna le due semiotiche. Si tratta, scrive Violi, di “un progetto epistemologico che ha radici profondamente condivise, un progetto che, iniziato nel secolo scorso, è al tempo stesso teorico e analitico”.
Perciò, invece di forzare omologie indebite o irrigidire antitesi, l’intento è capire meglio “punti di incontro e di distanza, snodi possibili”, anche alla luce degli sviluppi più recenti di entrambe le tradizioni, che mostrano oggi “punti di intersezione nuovi, particolarmente interessanti e produttivi”.
Il primo passo è allora lo “smontaggio critico di alcune false opposizioni” che hanno segnato il discorso semiotico, a partire dalla dicotomia strutturalismo/interpretazione, troppo spesso letta come una divisione assoluta e inconciliabile tra due tradizioni antitetiche.
Riferimento bibliografico:
Patrizia Violi. “Due vie per la semiotica o un incrocio di sguardi? Algirdas Greimas e Umberto Eco a confronto”, ENTORNOS, Vol. 30, No. 1, Junio 2017