L’incontro di Jurij Lotman con lo strutturalismo segnò, secondo Pietro Restaneo, una vera “rivoluzione” nella sua vita intellettuale. Fu il punto di svolta che ne determinò il metodo, l’oggetto di ricerca e, in definitiva, la costruzione della rete di studiosi che avrebbe dato vita alla Scuola di Tartu-Mosca. Ma comprendere in che modo lo strutturalismo influenzò Lotman richiede di affrontare due difficoltà: da un lato, quella di definire che cosa sia lo strutturalismo; dall’altro, quella di descrivere il particolare rapporto che Lotman intrattenne con esso — i tratti che ne assorbì e quelli da cui prese le distanze.
Restaneo sottolinea come l’impresa di definire lo strutturalismo sia, di per sé, problematica. È una parola che ha significato cose diverse, per persone diverse, in tempi diversi. Piuttosto che tentare un’unica definizione astratta, l’autore invita a considerare i modi in cui lo strutturalismo ha cercato di autodefinirsi, attraverso i propri testi fondativi, i propri autori e i propri modelli teorici.
Qui entra in gioco una delle categorie chiave del pensiero di Lotman: l’autodescrizione. Una cultura, sostiene Lotman, costruisce di se stessa un modello che ne schematizza l’identità, offrendo una visione unificata e armonica. Tale autodescrizione — scrive Lotman con Uspenskij — “si crea il proprio modello, che ne definisce la fisionomia unificata, artificialmente schematizzata, innalzata al livello di unità strutturale […]; sovrapposta alla realtà di questa o quella cultura, tale fisionomia esercita su di essa una potente azione ordinatrice, organizzandone integralmente la costruzione, portandovi armonia ed eliminando le contraddizioni”.
In questa prospettiva, lo strutturalismo appare come una forma di autodescrizione collettiva di un movimento culturale, un insieme di testi e pratiche che costruiscono l’immagine di ciò che lo strutturalismo “è” e “deve essere”. I documenti ritenuti fondativi, le opere dei “padri putativi” e i manifesti programmatici assumono una funzione normativa: non solo descrivono un metodo, ma orientano la prassi di ricerca e delimitano ciò che può essere considerato “genuinamente strutturalista”.
La domanda, allora, diventa: quali testi, autori e idee formarono l’autodescrizione del movimento strutturalista con cui Lotman entrò in contatto negli anni Cinquanta?
Restaneo mostra come i riferimenti principali coincidano con quelli dello strutturalismo europeo: Saussure e Peircecome fondatori teorici, Jakobson e Lévi-Strauss come eredi e riformulatori, Hjelmslev, Chomsky e Vygotskij come nodi d’influenza che legano linguistica, logica e psicologia.
Tuttavia, lo strutturalismo sovietico si definì in un contesto peculiare. La sua autodescrizione non si formò solo intorno ai maestri europei, ma soprattutto nel rapporto con un’altra disciplina che, in quegli anni, divenne egemone: la cibernetica. Attorno ad essa si articolò gran parte del vocabolario e dell’immaginario scientifico sovietico. La cibernetica divenne un riferimento costitutivo, sia teorico sia politico, e il suo prestigio contribuì in modo decisivo a rendere legittimo lo strutturalismo all’interno dell’accademia dell’Unione Sovietica.
Il passaggio dalle scienze umane alla semiotica, dunque, non si comprese mai soltanto come un’evoluzione interna, ma come una trasformazione dell’autodescrizione culturale della scienza sovietica. Lo strutturalismo forniva un modello formale e un linguaggio di analisi; la cibernetica offriva il quadro epistemologico entro cui questi strumenti potevano apparire “scientifici” e compatibili con l’ideologia ufficiale.
In questo modo, il primo incontro di Lotman con lo strutturalismo non fu soltanto l’adesione a un metodo, ma la scoperta di una grammatica culturale capace di autorappresentarsi come sistema. La semiotica, che nascerà da quella tradizione, erediterà proprio questa vocazione: la capacità della cultura di costruire di se stessa un modello formale, un linguaggio che diventa a un tempo descrizione e regolazione del proprio mondo simbolico.
Riferimento bibliografico: Pietro Restaneo, Dalla struttura al sistema. Lotman e la storia delle idee in URSS, Aracne, 2025.
