La semantica fondamentale di Greimas introduce le unità minime di significazione: i semi. Ogni sema, combinandosi con altri, forma un’unità superiore, il lessema, che può essere inteso come un fascio di tratti distintivi, analogamente a quanto accade per il fonema sul piano dell’espressione.
Patrizia Magli chiarisce che non tutti i semi di un lessema hanno lo stesso statuto. Alcuni restano invariati qualunque sia il contesto discorsivo in cui il lessema si inscrive: sono i semi nucleari. Altri, invece, si modificano a seconda della situazione comunicativa e vengono detti classemi o semi contestuali. Questi ultimi dipendono dal sistema di compatibilità semantica attivato dal contesto.
Un esempio ricorrente nella letteratura semiotica riguarda il lessema “testa”, che contiene semi come «sferoidità», «anteriorità», «estremità», «contenente». In enunciati come “testa del corteo” o “spremersi la testa”, alcuni di questi tratti si mantengono invariati, mentre altri decadono o si aggiungono. A seconda delle configurazioni, è possibile individuare quali siano i tratti invarianti (semi nucleari) e quali quelli attivati dal contesto (classemi). La combinazione effettiva tra semi e classemi in un enunciato costituisce il semema.
Il lessema è, dunque, una forma virtuale, un fascio di semi potenzialmente attivabili. Il semema, invece, è il risultato concreto dell’attivazione di alcuni di questi semi in un contesto specifico. È ciò che si può trovare, ad esempio, come voce definitoria in un dizionario, dove ogni accezione è una realizzazione possibile del lessema. Il semema è quindi una configurazione semiotica formata da una selezione contestuale dei tratti semantici. Alcuni semi saranno narcotizzati, altri valorizzati. Il semema è l’insieme strutturato dei tratti attivi nel momento in cui un lessema viene effettivamente utilizzato.
Patrizia Magli sottolinea come questa articolazione permetta di distinguere tra un livello potenziale e un livello realizzato del significato. In termini semiotici, il lessema rappresenta un’astrazione, mentre il semema è una concretizzazione. Questo passaggio dalla virtualità alla manifestazione è fondamentale per comprendere come si generi il senso nei testi.
Riferimento bibliografico: Patrizia Magli, Semiotica. Teoria, metodo, analisi, Marsilio, 2004.