Francesco Marsciani propone di interrogare direttamente la fenomenologia per affrontare un problema che riguarda tanto la filosofia quanto la semiotica: quello dell’interoggettività e dell’oggettività del mondo come condizioni di possibilità del senso.
Nel quadro della tradizione trascendentale — da Cartesio a Husserl — il problema della costituzione intersoggettiva dell’oggettività ha alimentato una riflessione sterminata. Tuttavia, secondo Marsciani, resta aperta una questione specifica dal punto di vista della semiotica: che tipo di contributo può offrire la semiotica a questo dibattito? E, inversamente, quale chiarimento può trarre la semiotica da un confronto con la fenomenologia sul terreno della fondazione del senso?
Marsciani non intende svolgere una ricostruzione esegetica dei testi filosofici, ma avvia un dialogo disciplinare partendo da problemi specificamente semiotici. L’intento è interrogare la fenomenologia — in particolare quella husserliana — nei suoi passaggi più vicini alla riflessione sul senso, mettendo in evidenza il nesso tra intersoggettività, mondo e costituzione della significazione.
La prospettiva adottata è chiara: la semiotica strutturale, così come si è affermata nel contesto europeo e in particolare francese, deve essere considerata come uno degli esiti dell’esperienza fenomenologica. Marsciani afferma che esiste un legame stretto, anche se spesso non tematizzato in modo esplicito, tra fenomenologia e strutturalismo, e che proprio questo legame fornisce lo sfondo entro cui leggere la razionalità semiotica.
Questa ipotesi si accompagna a un secondo riconoscimento: anche l’ermeneutica contemporanea rappresenta un altro grande esito della fenomenologia. Nonostante le differenze, entrambi gli orientamenti condividono un punto fondamentale: la tematizzazione esplicita e programmatica del problema del linguaggio e del senso, del suo valore trascendentale e della necessità di portare la riduzione fenomenologica oltre la soggettività empirica.
La questione posta da Marsciani non riguarda solo la storia delle idee, ma tocca direttamente l’ontologia implicita della semiotica: se il senso è un dato trascendentale e relazionale, allora la semiotica non può che costituirsi come teoria della costruzione intersoggettiva dell’oggettività del mondo. È in questa direzione che la riflessione semiotica può rivendicare un proprio statuto teorico forte, purché si misuri consapevolmente con la sua filiazione fenomenologica e con le sue implicazioni epistemologiche.
Riferimento bibliografico: Francesco Marsciani, Ricerche intorno alla razionalità semiotica