La difficoltà della semiotica nell’affrontare il mito non si spiega solo sul piano tecnico o metodologico. Per Ugo Volli, c’è un nodo più profondo: il mito non è un genere testuale ma una funzione culturale, una forma che alcune narrazioni assumono nella vita collettiva di una cultura. La semiotica classica, spiega Volli, ha lavorato tradizionalmente sul “piano di immanenza”,…
Autore: Semiotica
La semiotica cognitiva di Peirce: tra inferenza e segno
Secondo Traini, la semiotica di Peirce si configura come una semiotica cognitiva, fondata su una teoria della conoscenza che essa stessa contribuisce a delineare. Traini sottolinea che questa teoria della conoscenza è anzitutto anti-intuizionista, in quanto, per Peirce, «non esistono intuizioni prime che permettono una conoscenza speculare della realtà esterna», ma piuttosto continue inferenze, ipotesi…
Due conoscenze distinte nell’interpretazione del segnale
Luis Jorge Prieto, nel suo saggio Comunicazione e pertinenza, analizza con attenzione la distinzione tra due tipi di conoscenza che intervengono nell’interpretazione di un segnale da parte del ricevente. Prieto osserva che il ricevente, interpretando il segnale, acquisisce «la conoscenza consistente nel sapere che l’emittente cerca di fargli adottare come sua la conoscenza che costituisce il…
Narratività come forma del senso: due approcci, una visione condivisa
Nel loro confronto, Patrizia Violi dedica ampio spazio alla questione della narratività, riconosciuta come un punto di contatto fondamentale tra Greimas ed Eco. Per Greimas, senso e narratività coincidono: “la narratività è la forma del senso”, scrive Violi, citando il Dizionario ragionato di semiotica (1979). La narratività è “il principio stesso dell’organizzazione di ogni discorso, narrativo e non…
Il rapporto tra Hjelmslev e l’École de Paris
Alessandro Zinna introduce il suo saggio La semiotica: da Hjelmslev all’École de Paris sottolineando la centralità della teoria di Louis Hjelmslev nella fondazione della semiotica di Algirdas Julien Greimas e, più in generale, dell’École de Paris. Zinna afferma che «più che al Cours de linguistique générale, la semiotica di Greimas deve i suoi fondamenti alla…
Representamen, Oggetto Immediato e Interpretante: la distinzione in Peirce
Peirce distingue fra representamen (segno), Oggetto Dinamico e Oggetto Immediato. Egli utilizza il termine representamen nel senso di significante, e parla di Oggetto Immediato per indicare «l’oggetto come il segno stesso lo rappresenta» [CP: 4.536]. L’Oggetto Dinamico corrisponde «all’oggetto esterno vero e proprio». Peirce afferma che «l’unica via» per cogliere l’Oggetto Immediato è ricorrere a…
Il senso di un atto semico come conoscenza dell’emittente
Luis Jorge Prieto, nel saggio Comunicazione e pertinenza, chiarisce come l’influenza che l’emittente di un atto semico esercita sul ricevente non sia un’influenza di tipo materiale. Egli afferma: «L’influenza che l’emittente di un atto semico cerca di esercitare sul ricevente non è quindi un’influenza del tipo che abbiamo chiamato “materiale”». Anche se questa influenza potrebbe, in…
La sensazione e l’emozione come processi complessi
Charles Sanders Peirce afferma che la sensazione non è necessariamente un’intuizione o una prima impressione dei sensi, come ha dimostrato nel caso del suono e, ancor più chiaramente, nel caso del senso della bellezza. «Quando la sensazione del bello è determinata da nozioni precedenti, emerge sempre come un predicato: cioè pensiamo che qualcosa è bello.»…
Testo o modello? La doppia natura del testo nella semiotica
Nel terzo paragrafo di L’invenzione del testo. Appunti per una ricerca, Gianfranco Marrone affronta la questione della doppia natura del testo all’interno della pratica semiotica, proponendo una riflessione sui significati contrastanti attribuiti alla nozione di testo. Egli nota come per alcuni studiosi il testo si configuri come «un oggetto, un libro, una cosa, un dato empirico:…
Opera e corpus: la tensione tra l’opera pubblicata e gli scritti privati
Alessandro Zinna affronta la questione centrale del rapporto tra opera e corpus nell’analisi dell’opera di Louis Hjelmslev. Egli osserva che gli storiografi e i filologi sono soliti suddividere la produzione di un autore in periodi cronologici per evidenziarne le trasformazioni concettuali e lessicali. Per Hjelmslev, Zinna propone una tripartizione: preglossematico (1928-1935), glossematico (1936-1939) e post-glossematico (1940-1965). Il semiologo nota come la costruzione della glossematica sia stata accompagnata…