Volkhard Krech, nel chiarire il funzionamento della metafora all’interno della comunicazione religiosa, ne sottolinea la natura processuale e sistematica. La metafora non va intesa come un singolo segno isolato, ma come una connessione tra due domini concettuali distinti, in contrapposizione alle relazioni di senso che avvengono entro un singolo dominio.
Secondo i criteri proposti da Lakoff e Turner, la metafora si distingue dalla metonimia per almeno tre motivi:
- coinvolge due domini concettuali distinti, dove uno è compreso in termini dell’altro;
- proietta una struttura schematica da un dominio (quello di origine) sull’altro (quello di destinazione);
- trasferisce la logica del dominio sorgente su quello bersaglio.
La metonimia, al contrario, rimane all’interno di un unico dominio concettuale e opera prevalentemente per riferimento. Un’entità nello schema rappresenta un’altra entità nello stesso schema, o l’intero schema.
Goossens ha sottolineato come metafora e metonimia possano anche intrecciarsi: esistono casi di metaphor from metonymy e metonymy within metaphor. Questa interazione è denominata da lui “metaphtonymy”.
All’interno delle relazioni contigue di senso, oltre alla metonimia, Krech include:
- l’iponimia, cioè la relazione tra un termine generico (iperonimo) e uno specifico (iponimo), come nel caso di “passero” rispetto a “uccello”;
- la meronimia, che esprime il rapporto parte-tutto tra due termini: “becco” è meronimo di “uccello”, così come “ala” lo è di “canarino”, per via dell’eredità semantica;
- la sineddoche, intesa come forma specifica di metonimia, in cui una parte rappresenta il tutto (pars pro toto) o il tutto una parte (totum pro parte).
Tutte queste forme rappresentano relazioni contigue all’interno di un singolo dominio, e devono quindi essere analiticamente distinte dalla metafora, che opera invece mettendo in relazione due domini separati. Tuttavia, sia le relazioni contigue che la metafora possono intrecciarsi e agire insieme nella costruzione del significato.
Questa distinzione si rivelerà cruciale nelle analisi successive, dove la metafora verrà trattata come un processo semiotico complesso che articola icona, indice e simbolo, secondo il modello triadico di Peirce.
Riferimento bibliografico: Volkhard Krech, How transcendence is signified through metaphors: a contribution to the understanding of the emergence of religious meaning, Semiotica 2025; 264: 1–44.