Per Denis Bertrand, l’analisi semiotica della significazione non si limita alla descrizione di elementi linguistici isolati, ma si sviluppa a partire da una comprensione stratificata del testo, capace di far emergere i meccanismi che presiedono alla costruzione del senso. Un semplice esempio narrativo – una muraglia, una finestra, dei lenzuoli annodati, un uomo che fugge nella notte – consente di introdurre la nozione di figura, che è all’origine della lettura figurativa. Le figure, unite da legami di continuità semantica (le cosiddette isotopie), costituiscono una rete coerente che permette al lettore di costruire una rappresentazione unitaria e di percepire un’impressione di realtà.
Questa coerenza, nota Bertrand, dipende da operatori di coesione discorsiva come ripetizioni o anafore, ma soprattutto dalla competenza discorsiva del lettore, che integra le ellissi, collega gli enunciati, seleziona tra le virtualità semantiche possibili quelle compatibili con il contesto. La scena descritta si legge come un’evasione, anche se nulla nel testo esplicita questa conclusione: essa si impone come motivo riconoscibile. Il motivo, precisa Bertrand, è una «sequenza narrativa più o meno fissa, relativamente chiusa in se stessa, parzialmente autonoma», che si manifesta attraverso una varietà di realizzazioni figurative, tutte riconducibili a una stessa struttura.
Ma ogni motivo, osserva l’autore, implica una catena più ampia di presupposizioni e conseguenze. L’evasione, ad esempio, suppone una carcerazione; la carcerazione, una condanna; la condanna, un’azione trasgressiva; quest’ultima, a sua volta, un contratto con un’istanza che definisce i valori violati. Questa struttura si articola secondo uno schema narrativo canonico, composto da quattro sequenze: la manipolazione o contratto, la competenza, la performanza (cioè l’azione), e infine la sanzione. È una forma narrativa stereotipa, culturalmente consolidata, che permette di comprendere e anticipare lo sviluppo dei racconti.
All’interno di questo schema agiscono attanti – soggetto, oggetto, destinante – legati da una sintassi discorsiva transfrastica. Bertrand mostra come il soggetto (ad esempio, il condannato) sia definito da una modalizzazione: il voler-fare, il poter-fare, il sapere, il dovere. L’oggetto (la libertà) è a sua volta modalizzato: esso è ciò che può-essere-voluto. La fuga raccontata non è dunque solo un’azione fisica, ma la messa in atto di una grammatica narrativa che trasforma le relazioni tra attanti in funzione di programmi di acquisizione, di congiunzione e disgiunzione.
Nel contesto dell’evasione, Bertrand mette in luce anche la dimensione patemica: non vi è solo azione, ma anche emozione. L’uomo sospeso al lenzuolo non agisce soltanto: prova paura, tensione, sollievo. La semiotica delle passioni si occupa di queste strutture emotive, parallele a quelle dell’azione. Il racconto pragmatico del soggetto che fa si intreccia con il racconto emotivo del soggetto che sente.
Infine, Bertrand conduce l’analisi fino al livello più profondo: le categorie semantiche elementari. Il valore “libertà” emerge solo in opposizione al suo contrario: la mancanza di libertà. La significazione si organizza allora all’interno di una struttura logica detta quadrato semiotico, che articola le relazioni tra concetti oppositivi e contraddittori (libertà/impotenza, indipendenza/obbedienza). Il senso si costruisce dunque per differenze, in un sistema chiuso ma articolabile, che la semiotica cerca di esplicitare.
L’intero processo, osserva Bertrand, può essere descritto come un percorso generativo della significazione. Dalle strutture profonde (modali, semantiche) si procede verso le strutture narrative (attanti, schemi), poi verso le strutture discorsive (tematizzazioni, isotopie) e infine verso la superficie testuale (figure, immagini). Ogni livello converte e sviluppa i dati del livello precedente, producendo una stratificazione gerarchica. Ma, sottolinea Bertrand, non si tratta di una griglia rigida da applicare: ogni livello è un nodo problematico, una zona di interrogazione, e l’intero modello va considerato come una costruzione teorica ideale, utile per localizzare e comprendere la formazione del senso nei testi, verbali o non verbali.
Riferimento bibliografico: Denis Bertrand, Basi di semiotica letteraria, Meltemi Editore, 2002.