Paolo Fabbri propone una distinzione tra quattro diversi livelli che attraversano il lavoro semiotico, sottolineando come tra questi vi siano spesso passaggi non esplicitati, “anelli mancanti” che ostacolano la coerenza del discorso scientifico. Dire che ci sono anelli mancanti, spiega, significa riconoscere che vi sono dei passaggi da fare e che non sono stati ancora fatti.
Il primo livello è quello empirico: è il momento in cui si raccolgono i dati, si riportano, si trascrivono, si copiano, si archiviano. È il livello della costruzione del corpus, che secondo Fabbri è già una scelta teorica. Fare un corpus implica decidere cosa includere e cosa escludere. La selezione, la delimitazione e la costruzione del corpus sono operazioni che riflettono delle ipotesi, e chi crede di limitarsi a raccogliere dati in modo neutro ha già fatto delle scelte implicite.
Il secondo livello è quello metodologico, in cui si compiono operazioni come segmentare, marcare, classificare, ordinare. È la fase degli strumenti di rilevazione, della trattabilità dei dati. Fabbri osserva che spesso questa fase viene trascurata o scavalcata, e si passa direttamente dal corpus alla teoria. È qui che si verifica una confusione tra livelli operativi.
Il terzo livello è quello teorico, che riguarda la formulazione di modelli formali, ipotesi, costrutti. Fabbri sottolinea che una stessa teoria può produrre modelli analitici diversi, non sempre commensurabili tra loro. Il rapporto tra teoria e metodo non è automatico, ma deve essere costruito e dichiarato.
Il quarto livello è quello epistemologico. È il piano in cui si riflette sul perché si fa una certa teoria, su che tipo di sapere si intende produrre, sulle condizioni di possibilità della teoria stessa. È il livello più astratto e, secondo Fabbri, anche il più trascurato. Spesso la riflessione epistemologica viene demandata a una filosofia esterna, invece di essere condotta all’interno della pratica semiotica.
Fabbri mette in evidenza che lungo questa articolazione si verificano disconnessioni: si può costruire un corpus senza metodo, disporre di un metodo senza teoria, o formulare una teoria senza fondamento epistemologico. L’anello mancante non va constatato, ma costruito. La sfida della semiotica contemporanea consiste proprio nel saper riconoscere questi livelli di operatività e nel trovare modi di collegarli in modo coerente, senza scorciatoie. La forza della disciplina risiede nella capacità di tenere insieme, piuttosto che separare o sovrapporre arbitrariamente.
Riferimento bibliografico: Fabbri, P. (1998). La svolta semiotica. Italia: Laterza.