Uno dei problemi centrali affrontati da Michela Deni nella sua riflessione sulla semiotica degli oggetti riguarda la questione dell’identità: che cosa rende un oggetto “lo stesso” di un altro? In che senso possiamo parlare di identità tra prodotti seriali che, pur essendo realizzati in milioni di esemplari, conservano un’apparente coerenza formale e funzionale? L’interrogativo assume un rilievo…
Mese: Luglio 2025
Le articolazioni fondamentali del senso: semi, classemi, sememi
La semantica fondamentale di Greimas introduce le unità minime di significazione: i semi. Ogni sema, combinandosi con altri, forma un’unità superiore, il lessema, che può essere inteso come un fascio di tratti distintivi, analogamente a quanto accade per il fonema sul piano dell’espressione. Patrizia Magli chiarisce che non tutti i semi di un lessema hanno lo stesso…
Ibrido: una parola chiave per la semiotica della contemporaneità
Paolo Peverini si interroga sulla pertinenza della nozione di ibrido nell’ambito degli studi semiotici, nonostante essa non appartenga al metalinguaggio disciplinare. Il motivo di questo interesse è duplice. Da un lato, l’estrema diffusione del termine, tanto nel dibattito pubblico quanto nella ricerca accademica, impone una presa di posizione critica. Dall’altro, il suo impiego rinvia a logiche di…
Alle origini dell’etnosemiotica: tra Saussure, Lévi-Strauss e Geertz
Il termine etnosemiotica circola da tempo all’interno del campo semiotico, anche se in modo piuttosto sommesso. Tarcisio Lancioni ne rintraccia le tracce teoriche iniziali in alcune domande poste da Greimas sullo statuto semiotico di una classe specifica di “oggetti”, definiti appunto “etnosemiotici”, cioè prodotti da culture “altre” rispetto alla nostra. Si tratta di interrogativi che toccano direttamente…
Umberto Eco, Il ruolo di Jakobson nella nascita della semiotica
Secondo Umberto Eco, la svolta che ha portato la semiotica a diventare una disciplina riconosciuta non può essere spiegata solo in termini storici o antropologici. È vero che la pressione esercitata dai mass media ha trasformato la comunicazione in un problema centrale per la nostra civiltà, suscitando l’interesse di molte discipline per le leggi generali…
Il formato come categoria semiotica: forma, misura, sostanza
Nella prospettiva proposta da Tiziana Migliore e Marion Colas-Blaise, la semiotica del formato nasce dall’esigenza di riconoscere nel formato una categoria d’analisi autonoma, e non solo un parametro tecnico o esterno. Si tratta, infatti, di un elemento strettamente inerente alla forma, ma che la modula, la condiziona e la restituisce secondo modalità metriche, spaziali, percettive…
Dalla percezione al senso: il corpo tra semiotica e fenomenologia
La riflessione di Umberto Eco sul rapporto tra percezione e interpretazione trova un interessante contrappunto nell’evoluzione della teoria greimasiana. Anche Algirdas Julien Greimas, infatti, nella fase più matura del suo lavoro, ha dedicato un’attenzione crescente alla sensorialità e al corpo, come mostrano Semiotica delle passioni (1991, con Jacques Fontanille) e Dell’imperfezione (1987). Greimas aveva già posto la questione in Semantica…
Il lessema come fascio di tratti semantici
Nel quadro teorico strutturalista, ogni personaggio, oggetto o figura rappresentata nel racconto è designato da un lessema. Esso è, sul piano del contenuto, ciò che il fonema rappresenta sul piano dell’espressione. Come sottolinea Patrizia Magli, il lessema è un «fascio di elementi differenziali», detti semi, che entrano in gioco quando viene inserito in un contesto discorsivo….
Umberto Eco, La lunga esclusione della semiotica dal sapere scientifico
Nel suo saggio del 1976 (Il pensiero semiotico di Jakobson), Umberto Eco ripercorre la storia delle riflessioni sui segni mettendo in luce come la semiotica, pur avendo radici antichissime, abbia subito un lungo e ostinato ostracismo da parte della cultura scientifica. La nascita di una scienza che studiasse la produzione, lo scambio e l’interpretazione dei…
Espressione e contenuto: i due piani del linguaggio
Secondo Hjelmslev, ogni linguaggio presuppone una doppia articolazione: un piano dell’espressione e un piano del contenuto. Alessandro Zinna riprende questa distinzione come fondamento analitico imprescindibile. Ogni processo di significazione, infatti, implica sempre un’espressione e qualcosa di espresso. Per evitare le ambiguità legate al termine “significato”, che può evocare rappresentazioni mentali o comportamentali, Hjelmslev adotta il…